Grotta Scaloria e l’antico rito dell’Acqua sul Gargano

In Puglia alla scoperta della Grotta dell’acqua

Grotte Scaloria sono un importante sito archeologico a poca distanza da Manfredonia sul Gargano.

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Furono scoperte casualmente negli anni ’30 durante degli scavi per la costruzione dell’Acquedotto rivelandosi ricche di ritrovamenti archeologici conservati in ottimo stato.

Le ricerche hanno confermato che questa grotta era utilizzata nel Neolitico per il Culto delle Acque, un rituale propiziatorio risalente al IV millennio a.C.

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La scoperta ha fatto giungere sul luogo studiosi della University of Southern Mississippi, dell’Università della California. E’ arrivata qui in Puglia anche Marija Gimbutas, famosa antropologa e archeologa esperta dell’era preistorica.

Le Grotte sono di difficile accesso con gallerie basse e strette. Vi può accedere solo il personale autorizzato e specializzato, per questo motivo sono chiuse al pubblico.

In particolare ciò che ha destato particolare interesse da parte degli archeologi e Paleontologi sono stati i ritrovamenti delle cavità più grandi. In esse infatti sono venuti alla luce diversi oggetti in terracotta particolarmente lavorati e decorati ottenuti con delle speciali tecniche di cottura.

Questi oggetti sarebbero stati utilizzati per propiziare un particolare rito dell’acqua. Al centro della grotta infatti era presente una cavità intagliata nella roccia che raccoglieva l’acqua che colava dalla volta sovrastante.

La presenza attorno di tracce di focolare e ossa di animali bruciate fanno pensare ad un pasto oppure ad una più probabile cerimonia sacrificale.

Il culto dell’Acqua a Grotta Scaloria

Il rituale dell’acqua all’interno di Grotta Scaloria sembra sia stato un evento eccezionale e non una consuetudine. Infatti le tracce ritrovate e studiate evidenziano chiaramente un solo passaggio del genere e non una sovrapposizione di diverse cerimonie.

Secondo gli archeologi il culto di grotta Scaloria è da considerarsi un fatto isolato ed eccezionale, magari legato ad un cataclisma, ad una epidemia o ad un periodo di siccità.

Probabilmente questi eventi avrebbero spinto la comunità a recarsi nella grotta per invocare il benvolere o l’aiuto degli dei.

Il rituale del Culto delle Acque avveniva nella parte più profonda della grotta, luogo più adatto per un rito sacro rispetto all’avangrotta, luogo troppo esterno e di facile accesso.

Descrizione della Grotta Scaloria

La Grotta di Scaloria è un luogo un po’ impervio fatto di stretti cunicoli e di laghetti d’acqua, luogo ideale per nascondersi e realizzare culti sacri.

L’avangrotta è costituita da un grande camerone ampio circa 80×100 metri ed una volta rappresentava un facile accesso.

Da qui, proseguendo, incontriamo una fessura stretta e bassa (permette il passaggio ad un solo uomo che cammina carponi) che porta in quella che era la stanza dedicata al culto delle acque di stillicidio.
Sebbene i reperti archeologici rinvenuti in questa grotta sono numerosi ed in buone condizioni, è difficile ricostruire perfettamente la vita e le scelte effettuate dall’uomo in quel periodo. Si ha conferma dell’uso della grotta come sito rituale durante un periodo specifico della storia, poi il nulla.

Non si sa bene il motivo per cui la popolazione che ha abitato questi luoghi ad un certo punto ha deciso di abbandonarli.

Qualcuno ha pensato (dopo il ritrovamento di una tomba che conteneva i resti di più di 20 cadaveri, per lo più bambini, donne ed anziani) anche ad una specie di estinzione della popolazione. Più che una tomba dà l’idea di una fossa comune, un luogo dove raccogliere i resti di una epidemia , probabilmente malaria.

Qualunque sia l’antica storia di questa misteriosa grotta, la Puglia è orgogliosa di accogliere nella sua terra un sito così importante a livello storico e antropologico. Un luogo in cui i segni della storia sono rimasti quasi intatti trasformandola in un libro aperto sul passato.

Anna Maria Ciardo
Anna Maria Ciardo