Tutte le sagre del Salento

Tutti i piatti tipici locali da gustare di sagra in sagra per i borghi salentini

Vacanza in Puglia vuol dire mare, sole, divertimento, ma anche tanta natura e soprattutto ottimo cibo.

Puccette con olive anche dette vuliate

Sarà per il sole che bacia questa provincia al centro del Mediterraneo, per la terra, rossa come il fuoco, ma i prodotti tipici del Salento hanno un sapore unico che rende prelibati anche i piatti più semplici.

Infatti la cucina salentina è ricca di ricette poco elaborate e con pochi ingredienti ma quelli impiegati sono sempre di ottima qualità. E questo i salentini ci tengono a sottolinearlo: i pomodori sono del nostro orto, l’olio è quello che produciamo dai nostri ulivi secolari, il vino è quello che si faceva una volta con vitigni autoctoni. Insomma una cucina dagli ingredienti poveri ma ricca di fantasia e che sapeva sfruttare al meglio quello che la natura offriva.

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Uno dei motivi per cui tantissime famiglie scelgono il Salento e la Puglia per trascorrere le vacanze quindi è anche il fatto che qui si mangia bene. Inoltre, se si affitta un appartamento o un BeB si possono acquistare i prodotti della terra a km 0 per preparare una cena o fare uno spuntino di frutta prima di andare al mare. Ed i banchi di frutta e verdura ce ne sono tanti come numerosi sono gli ambulanti o i negozi di fiducia, come quelli di una volta.

pomodori scattarisciati, piatto tipico contadino

Elenco Sagre del Salento

Salento vuol dire anche sagre, la possibilità di scegliere ogni sera dove andare a mangiare e trascorrere una serata all’aperto in assoluta libertà. Le sagre del Salento infatti sono diventate uno degli appuntamenti imperdibili e molto seguiti da tutti i turisti in vacanza. Vi si può trovare di tutto, dalla pasta fatta in casa ai dolci preparati secondo le ricette tramandate da generazioni.

La fiera di San Vito e la sagra del Maiale ad Ortelle

La sagra del maiale di Ortelle è una delle più grandiose sagre autunnali del Salento. Conosciuta come la sagra del maiale OrVi dalle iniziali del paesino di Ortelle e Vignacastrisi, la si celebra la terza domenica di ottobre di ogni anno.
In concomitanza con la sagra si svolge anche la tradizionale Fiera di San Vito che fa parte di una tradizione secolare. Protagonista indiscussa della sagra e della fiera è il maiale la cui carne è preparata e servita in svariate modalità. Ortelle vanta una grande tradizione di allevatori di suini e questa attività impegna a fondo i produttori per tutto l’anno. Il tipo di allevamento che garantisce la salubrità degli animali allevati sono sicuramente garanzia di qualità per il consumatore.

Inoltre, grazie al Progetto sulla “Tracciabilità del maiale salentino”, che si pone l’obiettivo di valorizzare le carni suine locali attraverso le antiche tecniche di allevamento, si recupera la tradizione, i gusti ed i sapori di un tempo.

La fiera quindi è diventata ormai una vetrina importante ed il riconoscimento “Fiera Regionale” è il culmine di una crescita misurata in termini di competenza e capacità organizzativa.

Alla fiera di Ortelle si assapora la carne di maiale preparata in tantissimi modi: arrostita, lessa e condita con pezzi di limone, olio e peperoncino ecc.

Dove si trova Ortelle?

Ortelle è un grazioso paesino del Salento situato a circa 6 km dalla bellissima città di Castro sul mare Adriatico. Del suo territorio fa parte anche la frazione di Vignacastrisi.
Il nome Ortelle deriva dal latino “hortella” che significa piccoli orti: è proprio in un ambiente salutare e naturale che crescono i suini Orvi.

A Melendugno sagra della Cozza Piccinna

La sagra della Cozza Piccinna di Melendugno rappresenta il momento per degustare un antico e tradizionale piatto salentino a base di lumachine di campagna.
Come da tradizione le lumache in Salento si possono trovare nei mercati di paese anche se ancora le persone del posto vanno a raccoglierle manualmente nella campagna. Si raccolgono quelle dal guscio scuro che escono dal letargo solo dopo i primi giorni di pioggia temporale. Infatti, queste escono allo scoperto a seguito della pioggia ad ottobre. Poi ci sono quelle a guscio chiaro che si arrampicano sulle sterpaglie secche.

La preparazione della “cozza piccinna” (lumachina) a Melendugno come in tutto il Salento è un rituale molto antico. Prima di tutto si mettono le lumache in una catinella di acqua fredda con un pugno di sale grosso e mezzo bicchiere di aceto. Le si scuote di tanto in tanto con le mani in modo che buttino dal guscio molta della loro bava.
Quindi si risciacquano due o tre volte e infine si mettono nell’acqua bollente per 10 minuti. In questo modo si possono preparare in umido con soffritto di olio, cipolla, alloro e peperoncino. Si possono preparare anche sgusciate e servire con una salsa a base di olio, pangrattato, aglio, prezzemolo, vino bianco, sale e pepe.
Inoltre, un’antica ricetta vuole che le lumache si rimettano nel guscio unitamente alla salsa precedentemente preparata, quindi cotte in forno.

La sagra della cozza piccinna si propone quindi di promuovere le risorse produttive e rurali del territorio per inserirle in circuiti turistici culinari.

Sagra dell’anguria a Parabita

Come tutte le feste culinarie del Salento, anche la sagra di Parabita si colora di sentimento popolare, suoni, cibi e profumi unici.
Immersa nel verde delle campagne attraversate da filari di vigneti e distese di olivi, Parabita festeggia la sua sagra tra il 5 ed il 6 Agosto di ogni anno.

La città di Parabita dedica questa sagra all’anguria, il frutto tipico dell’estate perché fresco e disseta, reintegra  alla perfezione tutti i sali minerali che si perdono con il sudore. Insomma l’anguria è una fonte di acqua, nutrienti e vitamine.

Pasta fatta in casa tradizione pugliese

La sagra si tiene nei pressi della Basilica di Santa Maria della Coltura con diversi stand colorati e traboccanti di angurie fresche e prodotti tipici della cucina salentina locale. Infatti la sagra è anche l’occasione per gustare la pasta fatta in casa e le ricette tipiche della cucina contadina.

Sagra delle Trozzelle a Vaste

La sagra delle Trozzelle di Vaste si festeggia nel corso della prima settimana di agosto e si ripropone come sempre lo scopo di far conoscere la Trozzella. Ovviamente come tutte le sagre salentine anche quella di Vaste è soprattutto un viaggio alla scoperta dei piatti tipici della tradizione contadina locale. Sopratutto le ricette semplici che una volta si preparavano nei recipienti di terracotta come le pignate.

Ma la sagra è anche un modo per far conoscere l’antica arte della lavorazione della terracotta salentina. Una tradizione molto antica grazie alla presenza del terreno argilloso e alla laboriosità ed ingegnosità della popolazione. Oltre alle famosissime trozzelle, la lavorazione artigianale della terracotta nel territorio di Vaste si è protratta per tutto il medioevo. La località infatti era conosciuta per la produzione di laterizi e manufatti dalla lavorazione unica.

Oggi, nel corso delle sagre e delle fiere si ripropone un percorso attraverso tutti i passaggi necessari per la creazione degli oggetti in terracotta di cui la trozzella è tra i più antichi e quello famoso.

Oltre alla sagra delle trozzelle Vaste celebra anche la fiera a fine agosto durante la quale tutte le botteghe artigiane del territorio espongono gli oggetti più disparati. Il campionario della terracotta è vastissimo e comprende vasellame, oggettistica varia, acquasantiere, statuette del presepe, mattonelle. Ma anche oggetti più voluminosi oggi utilizzati come oggetti da arredo e ieri come contenitori di vino e pane.

Come lavorano l’argilla gli artigiani di Vaste?

I maestri vasai salentini lavorano la terracotta secondo la tecnica usata dagli antichi, proprio come si faceva una volta. Oggi molte botteghe artigiane nel centro storico di Vaste preparano dei percorsi con la dimostrazione al tornio. Tutte le fasi della lavorazione sono frutto di secoli e secoli di esperienza.

A seconda della dimensione della trozzella o dell’oggetto da realizzare il vasaio prepara delle piccole forre di varia misura. Quindi da la forma all’oggetto usando il tornio quando necessario e lascerà asciugare al sole. Sarà cotto ad una temperatura che raggiunge gli 800-900 °C. Quindi una seconda cottura solo dopo che il vaso o l’oggetto è stato decorato.

L’ulteriore cottura a temperature superiori (1000 gradi) viene fatta sui vasi (già cotti ) dopo averli immersi nel liquido detto smalto.

Cosa sono le trozzelle salentine?

La trozzella è un particolare vaso in terracotta utilizzato dai Messapi, antichi abitanti del Salento tra il VI ed il V secolo a.C. La loro particolare forma ha dato vita a diverse interpretazioni tra gli archeologi in particolare al loro legame con l’acqua. Le rotelle poste ai lati lungo il collo riprodurrebbero le carrucole dei pozzi. Si tratterebbe comunque di vasi ad uso funerario che trovano collocazione esclusivamente in tombe destinate a sepolture femminili.

Gli scavi archeologici del Territorio di Vaste hanno restituito numerosi reperti preziosissimi, tra cui tante trozzelle, ora conservati nel Museo Archeologico di Vaste. Molto interessante anche una visita guidata lungo il Parco dei Guerrieri, il territorio di pertinenza di quella che fu una grande città messsapica, Bazxta.

Sagra del pesce e del vino novello a Presicce

Il borgo di Presicce, uno dei più belli d’Italia, festeggia il 29 novembre di ogni anno la sagra del pesce e del vino novello.

L’evento è ormai molto conosciuto tanto da richiamare l’attenzione di canali televisivi locali. Lo scenario suggestivo di Presicce, le prelibatezze della gastronomia salentina, il tutto accompagnato da vino locale, musica e taranta.

La sagra ha origini antichissime, ed è in onore di Sant’Andrea, il Santo protettore di Presicce. Non c’è città, paese o contrada in Salento che non festeggi in qualche modo il proprio Santo protettore.
Sant’Andrea era un pescatore: Gesù stesso lo aveva chiamato ad essere suo discepolo invitandolo ad essere pescatore “di anime”. Venne martirizzato per crocifissione ed insieme al fratello è considerato il protettore dei pescatori: da qui la sagra a base di pesce. S. Andrea infatti è raffigurato con due triglie in mano.

I vicoli del centro storico di Presicce si riempiono di variopinte bancarelle ambulanti, le luminarie colorano le facciate dei palazzi barocchi ed il suono della banda si diffonde nelle case a corte.
Tra i vicoli risuona il ritmo della taranta intonata dai gruppi di musica popolare e tutto intorno

La sagra della Pagnotta a Sannicola nel Salento

Entro la prima settimana di Settembre a Sannicola piccolo borgo alle porte di Gallipoli, si festeggia la classica Sagra della Pagnotta.

Pizzetti al forno una delizia

La pagnotta altro non è che l’antenato del nostro moderno panino. Quindi ci saranno stand gastronomici che proporranno la pagnotta in tutte le sue versioni tipiche del posto ma anche ricette della cucina locale salentina.
La Sagra di Sannicola infatti si propone di ripercorrere le tappe dell’evoluzione del cibo in Puglia e di valorizzare le attività culturali e gastronomiche del territorio salentino.

La Sagra Taraddota di Aradeo

Calata in un borgo antico di Aradeo nel Salento la Sagra Taraddota porta tra i vicoli del centro storico i piatti tipici ed il ritmo della pizzica salentina.

Il nome “taraddota” sarebbe l’antico nome del paese situato nel cuore del Salento bizantino.
Per l’occasione le nonne e l’intera comunità si adoperano ogni anno a preparare i piatti della tradizione. Antiche ricette dagli ingredienti semplici e genuini che hanno accompagnato la storia del paese e quindi dei suoi abitanti.

La sagra di Aradeo si svolge solitamente la domenica successiva al ferragosto e si protrae per tre giorni interni. Per tutta la durata i vicoli del centro storico sono un brulicare di voci, di profumi e sapori tra le bancarelle e gli stand ricchi di bontà culinarie. Pittole, piatti di carne e pesce preparati secondo le antiche usanze del posto. E poi la musica popolare che accompagna da sempre la vita dei salentini.

Infatti i gruppi di pizzica più famosi del Salento hanno calcato negli anni il palco della festa per la sagra Taraddota.

La sagra della Frisa a Matino

La sagra della frisa (o frisella) si svolge nella città di Matino a soli 16 Km da Gallipoli. Andare per sagre in Salento vuol dire soprattutto camminare alla scoperta di luoghi mai visti tra vicoli e pittoreschi centri storici.

La sagra della frisa di Matino propone i piatti della tradizione culinaria salentina in particolare la frisa o frisella.

forno a legno cottura delle frise

Infatti si celebra il famoso pane bagnato che non manca mai in nessuna dispensa salentina. La frisa infatti è tipo di pane fatto biscottare che si conservava nelle giare per diverso tempo. Al momento dell’utilizzo si poteva bagnare con acqua fredda e condire a piacimento.

Cos’è e come si prepara la frisa salentina?

La frisella che in alcuni paesi del Salento si chiama frisa o fraseddha, è il pane tipico del Salento.

Si tratta del cosiddetto pane bagnato, una sorta di tarallo che richiede una doppia cottura ovviamente in forno a legna. Il tarallo intero una volta tagliato orizzontalmente è pronto per la seconda cottura. Una volta biscottato si conserva al chiuso all’interno di giare di terracotta, i padali.

La frisa rappresentava un’ottima riserva per le dispense nella vita contadina di un tempo. Il pane fresco appena sfornato era un lusso che non tutti si potevano permettere. La frisa invece conservava per settimane la sua fragranza.

Tipica frisa con il pomodoro di Puglia. Chiamata Frasedda dai salentini realizzata nei forni a legna come tradizione comanda.

Portare la frisa in tavola richiede una preparazione di pochissimi minuti. Infatti basta bagnarla per pochi secondi nell’acqua fredda quindi condirla a piacere. Il condimento base è quello del pomodoro (lo si strofina in modo che la polpa si distribuisca bene sulla superficie), olio evo e sale.

Ovviamente il detto salentino “cchiu minti, cchiu trovi” (ci trovi quello che ci metti) da sempre ha dato spazio alla fantasia. Ed allora sulla frisa ci possiamo mettere, pezzi di mozzarella, peperoncino all’olio, origano, aglio, pomodori secchi, carciofi sottolio, ma anche alici marinate e tonno. Ovviamente solo ingredienti salentini e caserecci.

Come per tanti prodotti, della frisa non si buttava via nulla. Infatti le frise sbriciolate che qui chiamano “frizzili” si utizzavano come fondo per le gustosissime zuppe a base di piselli secchi, peperoni, pomodori e cipolle (pisciammare).

Sagra de La Bruschetta a Soleto

Come ogni anno i primi giorni di Settembre la comunità di Soleto si ritrova per la sagra della bruschetta. Si tratta dell’appuntamento annuale organizzato dalla locale Pro Loco per celebrare una delle sue specialità culinarie. Siamo infatti nel paese della bruschetta, il pane tostato tipico della tradizione araba che il paese ha conservato nei secoli.

Gli stand gastronomici si colorano di tantissime varietà di questo antipasto colorato e sfizioso.

Gli ingredienti fondamentali sono ovviamente il pane tostato, l’olio extravergine d’oliva del Salento e il pomodoro.

Nel corso delle diverse edizioni cuochi locali si sono cimentati a proporre le varianti più fantasiose e gustose come la singolare bruschetta di frutta. Questo dolce fresco, ideale in primavera, ha come base il pan brioche tagliato a fette e tostato qualche minuto, condito con della frutta tagliata a pezzetti e aromatizzata con scorza di limone e menta.

Dove si trova Soleto nel Salento?

Soleto è un comune dell’entroterra salentino e fa parte del territorio della grecìa salentina, un’isola linguistica dove si parla ancora il grìco. E è ubicata quindi nel cuore del Salento in posizione equidistante tra la costa ionica e quella adriatica. Vanta origini antichissime ed un passato glorioso nel periodo messapico; recenti scavi hanno portato alla luce antiche mura, sepolture e resti di ville di epoca romana. Il centro storico ha conservato la sua impronta medioevale con i suoi vicoli stretti, palazzi e chiese. Da non perdere la chiesetta bizantina di S. Stefano ed i suoi affreschi, la chiesa parrocchiale e la guglia di Raimondino del Balzo.

Sagra de lu panieri a Miggiano

Da secoli una delle principali attività artigianali del popolo salentino è stata anche quella dell’intreccio. La terra molto povera in realtà ha fornito le materie prime fondamentali per questa attività. Le zone paludose ricche di giunco e la macchia mediterranea con il lentisco, l’asfodelo e la paglia sono state fonti di approvvigionamento preziose per gli abili artigiani salentini.

Fiori: Natura delle Puglie

Miggiano rappresenta la zona del Salento che vanta la più importante tradizione nell’intreccio e nella cestineria.

Cesti e cestini, utensili necessari per la produzione di formaggi e ricotte erano gli oggetti più diffusi in uso quotidiano. In molti paesi vicini quest’attività si è così radicata nel tempo da caratterizzarne l’identità dell’intera comunità. Infatti, al pari di Miggiano anche il piccolo comune di Acquarica del Capo vanta una tradizione secolare e anche qui si celebra una grande sagra.

Nei giorni della sagra de lu paniri a Miggiano i vicoli ed il centro storico sono un tripudio di bancarelle traboccanti di cesti e cestini di ogni forma e genere. Piccoli capolavori utilizzati per la conservazione di alimenti o semplicemente esposti come ornamento.

E poi ci sono i laboratori dove gli artigiani locali si cimentano in dimostrazioni pratiche circa l’arte dell’intreccio. Tecniche che si tramandano da generazioni:

  • la tecnica detta “a fondo rotto” lo scheletro ed il fondo del paniere sono costruiti con spezzoni di verga separati.
  • con la tecnica a spirale la lavorazione è realizzata partendo da un ordito a spirale; quindi si intreccia su di esso della paglia attraverso la cucitura punto per punto con un ago di ferro. Spesso i lavori sono abbelliti con graziosi disegni attraverso la colorazione della paglia stessa.

Le bancarelle della fiera de lu paniri sono abbellite da una miriade di ceste e cestini tutti traboccanti di frutta, miele, legumi, formaggi e prodotti tipici della tradizione contadina salentina.

Sagra del maiale a Miggiano

La storia fiera di Miggiano si celebra seconda domenica di ottobre di ogni anno. Non è solo una sagra ma una storica manifestazione che nel corso delle edizioni è cresciuta diventando un appuntamento fondamentale per l’intero Sud Italia.

La fiera di Miggiano è diventata infatti l’expo, Fiera dell’Industria, Artigianato, Agricoltura e del Turismo con migliaia di espositori e visitatori ogni anno. Tantissimi gli stand che abbracciano tutti i settori, dall’agricoltura agli abiti, dall’arredamento all’artigianato. Prodotti per la pulizia e prodotti alimentari, attrezzature per l’edilizia, pavimenti e tante occasioni imperdibili.

La Sagra de lu cannuzzutu a San Cassiano

Il Salento non è solo la terra delle spiagge, delle bellissime scogliere e del mare cristallino. E’ un’insieme di piccoli paesi ciascuno con i propri vicoli il cui silenzio è interrotto dai rintocchi dei campanili.

Ma il Salento è anche la terra dell’ottimo cibo e quindi dei golosi. Da queste parti li chiamano amorevolmente ” i cannuzzuti ” e San Cassiano dedica un’intera sagra a tutti coloro che amano le golosità culinarie di questa terra.

La sagra de lu cannuzzuto è ospitata presso il Parco Attrezzato San Pio a San Cassiano. Diventata ormai un appuntamento imperdibile di agosto la sagra offre il meglio delle specialità della cucina salentina.

Sagra della Patata a Parabita

Con la Sagra della Patata la città di Parabita intende far conoscere uno dei più gustosi prodotti del territorio salentino: la patata.

Dopo la coltivazione del pomodoro e del carciofo quella della patata rappresenta in Puglia una delle colture più attive. Nelle terre della costa ionica salentina baciata dal sole si produce la famosa patata novella. Una primizia dell’orto molto richiesta dai mercati internazionali in particolare di Francia e Germania.

La patata novella che si produce nella zona di Parabita (anche a Galatina, Salve, Presicce, Taviano) è la base per molte ricette e piatti della tradizione salentina.

Alla sagra della Patata di Parabita si potranno assaggiare tanti piatti preparati con questo prezioso alimento che il sole del Salento rende particolarmente gustoso.

Tra le bontà culinarie che la sagra propone ovviamente non mancheranno gli Gnocchi di patate che qui hanno un sapore speciale.  Ma anche le gustosissime pitte de patate, la teglia di patate lesse, uova e formaggio dal sapore tipicamente salentino.

Come da tradizione la sagra della patata a Parabita si festeggia il 16 e 17 di luglio di ogni anno. E’ importante informarsi circa la conferma delle date e degli orari.

Sagra dell’insalata Grika e della salsiccia a Margignano

La sagra dell‘Insalata Grika e della Salsiccia di Martignano è dedicata alla celebrazione di un prodotto particolarmente legato all’identità del territorio, l’insalata grika appunto.

Si tratta di un piatto prevalentemente estivo, fresco e colorato come i colori della Puglia. Ci troviamo infatti un uno dei paesi di quell’isola linguistica dell’entroterra salentino dove ancora si parla il griko. Molte antiche tradizioni culinarie hanno superato il trascorrere inesorabile del tempo. L’insalata grika è una di queste tradizioni. E Martignano le dedica addirittura una sagra.

Accanto al piatto principe dell’estate salentina (l’insalata grika) la sagra propone dell’ottima salsiccia, un matrimonio perfetto per il palato!

Per tre giorni interi (metà luglio) gli stand allieteranno Piazza e Largo Calvario, passando per il centro storico ed il Parco Turistico Culturale Palmieri.

Come si prepara l’insalata grika salentina?

Gli ingredienti per preparare l’insalata grika-salentina sono i pomodori, i cucummarazzi o spuriedde, la cipolla, il cacioricotta, la rughetta, le olive nere, i capperi, il peperone dolce o piccante a seconda dei gusti. Il tutto amalgamato con sale, origano e olio extravergine di oliva.

Si tratta di prodotti facilmente reperibili in quanto frutti della terra salentina quindi a KM0. Inoltre se ci aggiungiamo anche pezzetti di puccia (pane di grano duro cotto al forno a legna) rafferma diventa un piatto completo della dieta mediterranea.

Sagra della Patata e te le cose nosce di Felline

la ormai storica sagra della patata di Felline si festeggia nel grazioso e piccolo borgo del comune di Alliste (LE) il 20 luglio di ogni anno.

Ci troviamo a circa 12 km a sud di Gallipoli quasi all’estremità della Puglia in uno dei più caratteristici paesini del Salento.

gelata piante di patate

Infatti Felline è conosciutissimo per il suo pittoresco centro storico, i palazzi e le case a corte. Un dedalo di vicoli e piazzette dove si affacciano ristoranti, trattorie tipiche e si mangia all’aperto sotto il cielo stellato. Un connubio di storia, sapori e bellezza arricchisce le serate illuminate a festa del centro di Felline.

La sagra della patata e delle cose nosce quindi celebra i prodotti di questa terra baciata dal sole e mitigata dal mare vicino.

Nel territorio infatti si produce la famosa patata novella seglinde di Galatina conosciuta in tutta Europa per il suo gusto inconfondibile. Per celebrare questo prezioso alimento di cui il Salento è molto orgoglioso, la locale Pro Loco in collaborazione con i produttori locali e Campagna Amica organizzano da anni la sagra.

Gli stand gastronomici colorano le strade del centro storico e della bellissima piazza insieme alle mostre dell’artigianato locale.

Sagra de li Diavulicchi a Morciano di Leuca

La sagra de li Diavulicchi è anche conosciuta come la sagra più piccante dell’estate salentina. I Diavulicchi infatti altro non sono che i peperoncini rossi e piccanti, quelli che stimolano l’appetito secondo i morcianesi, che danno sprint a qualsiasi piatto. E la loro non è solo una qualità culinaria! I mazzettini colorati arricchiscono la scenografia degli stand per le stradine di Morciano rendendo unica e particolarmente colorata e vivace la sagra.

Pianta di peperoncini piccanti, chiamati anche diavulicchi del Salento.

Tra gli stand della sagra a Morciano si possono assaporare i diavulicchi in tutte le forme e salse, sott’olio, fritti, a peperonata e anche sulla frisa, il famoso pane bagnato di Puglia. Gli altri piatti che si possono assaggiare accompagnati dal ritmo della Pizzica, anche le orecchiette al sugo, i pezzetti, il classico panino con la carne e la salsiccia di maiale e tutta una serie di stuzzichini morcianesi. Dalle pittole alle pitte di patate, panzarotti, salamure, pitta rustica.

zone verdi vicino al mare

Solitamente la Sagra dei Diavulicchi a Morciano si tiene l’otto agosto di ogni anno ed è frequentatissima anche perché il paese e la sua marina di Torre Vado, si trovano pochi passi dalle spiagge di Pescoluse nel Capo di Leuca.

Sagra de La Peperonata a Santa Cesarea Terme nel Salento

La sagra de La Peperonata si svolge ogni anno il 19-20 luglio nella a Cerfignano frazione di Santa Cesarea Terme nei pressi di Otranto.

La peperonata è un piatto molto conosciuto e versatile che si trova molto spesso sulle tavole e nei piatti della cucina salentina.

Della peperonata ne esistono diverse versioni tutte differenti l’una dall’altra per procedimento ed ingredienti. Ogni paese salentino ha una ricetta propria della peperonata.

Pianta di peperoncini

Anche il nome cambia per cui la potremmo incontrare come paparussata, acquasale, salamura cotta, pisciammare solo per citarne alcuni. C’è chi ci mette i peperoni freschi, i friggitelli, chi invece quelli al vasettu la cui preparazione richiede un procedimento lungo e particolare. Chi la prepara con i pomodorini a pendula chi con la passata ed i pomodori pelati. Chi ci mette le punte di cavolo chi i pomodori secchi. E poi ancora chi ci inzuppa la puccia rafferma chi invece una croccante frisa di grano duro.

Inutile dire che tutte le versioni della peperonata salentina sono gustosissime. Non resta che visitare la sagra a Cerfignano e gustare la sua peperonata e gli altri piatti tipici della cucina salentina.

La sagra del grano ad Acquarica del Capo

Nella cittadina di Acquarica del Capo (oggi comune di Presicce-Acquarica) si celebra da anni la bellissima festa del grano.

Tre giorni interi, solitamente alla fine di luglio di ogni anno, lo spazio antistante la masseria Celsorizzo si accende d’oro come un immenso campo di grano.

I resti diroccati della masseria, la torre cinquecentesca e l’antica cappella con i suoi affreschi festeggiano l’alimento più importante della dieta mediterranea, il grano.

Grano in festa infatti vede la partecipazione dell’intera comunità acquarese compresi gli artigiani e le attività produttive ed industriali del posto.

La manifestazione è il pretesto per creare occasioni di incontri e confronti dove il filo conduttore resta sempre il grano. La produttività cerealicola, la tecnologia e biodiversità ed il futuro dell’alimentazione attraverso la riscoperta delle farine antiche e delle ricette di una volta.

Tra le bancarelle infatti si potranno gustare piatti tipici a base di grano, ma anche la pasta fatta in casa, i prodotti da forno alla scoperta delle specialità preparate secondo l’usanza del posto. Sarà infatti l’occasione per gustare il granu stumpato una vera specialità. Questo piatto si prepara con il grano cotto e privato della pula, quindi condito con sugo, formaggio e ricotta.

Ad Acquarica ancora oggi si continua a trasmettere, da padre in figlio, l’uso del consumo del grano cotto previa brillatura.
Il grano in chicchi si lascia a bagno in una terrina per 3 giorni avendo cura di cambiare l’acqua al mattino e alla sera. Quindi si scola e si cuoce in acqua a fiamma alta fino alla bollitura; si continua la cottura per circa un’ora e mezza senza mai girarlo ed a cottura ultimata va salato e scolato.
Al momento di utilizzarlo, per preparare lu “ranu stumpatu”, si deve portare l’acqua in ebollizione, immergervi il grano e farlo bollire per circa 5 minuti.

Concerti e musica dal vivo per il Grano in Festa

Balle di fieno per mangime degli animali in Puglia

Con grano in festa Acquarica del Capo diventa sicuramente una delle manifestazioni evento dell’estate salentina. Ogni anno sul palco si alternano artisti di fama internazionale e di generi vari. Infatti nel corso delle varie edizioni si sono esibiti J-AX, Toni Esposito, i Nidi D’Arac, A. Castrignanò, Giusy Ferreri, Tiromancino ma solo per citarne alcuni e poi anche i gruppi di musica popolare salentina con i brani della famosa pizzica.

Visite guidate per il Grano in Festa ad Acquarica del Capo

Nel corso della festa del Grano di Acquarica sono previste anche delle visite guidate alla scoperta del territorio. Saranno le guide della locale Pro Loco ad accompagnare i visitatori lungo le vie della storia passando per la chiesa di San Carlo, il castello medievale, il museo del giunco, la cappella della Madonna dei Panetti, la cappella di San Nicola di Myra e la torre fortificata di Celsorizzo.

La sagra de lu ranu a Merine

A Merine un piccolo centro nei pressi di Lecce si celebra una delle sagre più longeve del Salento. In dialetto locale è la sagra de lu ranu, cioè la sagra del grano, questo alimento preziosissimo dal quale si ricavano pasta, pane, prodotti da forno tra i più buoni.

Partita dal lontano 1993 Merine si propone di coniugare il contenuto della bontà insostituibile del grano, frutto della terra e del lavoro dell’uomo, al valore simbolico della festa cristiana e mariana.

Infatti la “Sagra te lu Ranu” di Merine è collegata alla festività del 14 e 15 agosto, festa dell’Assunzione di Maria Vergine patrona della cittadina.

A Merine ogni anno il borgo diventa teatro della sagra e l’intera comunità si stringe intorno alle tradizioni le condivide e le tramanda.
Protagonisti della sagra sono il grano e tutti i suoi derivati. Dalle farine rigorosamente selezionate tra i migliori mulini di Merine, passando per l’acqua, il lievito naturale, il clima temperato, la lenta lievitazione, le mani sapienti fino alla cottura nel forno a legna: questi gli ingredienti dei prodotti a base di grano e orgoglio dell’intera cittadina.

Quali sono i piatti da gustare alla sagra de lu ranu di Merine?

I piatti che si possono gustare durante la sagra sono vari e comprendono ovviamente la pasta fatta in casa, le orecchiette con il sugo e polpette o con le cime di rapa; il grano stampatu, le pizzitieddhre, le pucce, le friselle, i taralli, le pitteddhe, le pittule, le fave nette cu le fojie.

Massa e ceci piatto tipico pugliese

Tra le specialità con i legumi il piatto molto apprezzato è il famoso ciceri e tria una tagliatella fatta in casa e condita con una zuppa si ceci; li Muersi invece sono una zuppa di legumi precedentemente lessati quindi saltati in padella con olio evo, cime di rapa, peperoni secchi, pomodori, e pezzi di pane fritto o raffermo.

Alla sagra si assaporano anche i dolci tipici come il famoso pasticciotto leccese, dolce a base di pasta frolla farcita con crema e confettura di amarena.

Sagra dell’Uva Cardinale a Guagnano nel Salento

La sagra dell’Uva Cardinale rappresenta il momento più importante dell’estate di Guagnano, comune della provincia di Lecce al centro della produzione DOC del Salice Salentino. E’ una delle sagre più longeve dal momento che si svolge ininterrottamente da circa 40 anni!

Con la sagra Guagnano celebra la ricchezza del proprio territorio che è la coltivazione della vite per la produzione di uva da tavola e uva destinata alla vinificazione.

Uva della Puglia, raccolta dell'uva, vendemmia come da tradizione in Puglia

Ci troviamo infatti nel regno di diffusione del vitigno negroamaro da cui si ricava l’uva principale per la produzione del Salice Salentino. Qui si trovano anche grandi produzioni di Uva Cardinale un vitigno che produce uva rossa destinata al consumo fresco ed esclusivamente da tavola.

Come tutte le sagre dei piccoli centri salentini anche a Guagnano l’intera comunità partecipa nella preparazione dei prodotti tipici da proporre. Gli stand quindi si colorano di tanti piatti a base di uva cardinale preparata in tutti i modi possibili, perfino come ingrediente in ricette salate (salsiccia all’uva).

Si preparano i budini di uva seguendo anche la ricetta tradizionale italiana che in origine utilizzava il mosto al momento della vendemmia. E poi i dolci all’uva dove questo prezioso frutto entra nell’impasto come la torta della vendemmia, la torta di uva agli agrumi, il pane con l’uva all’anice, la crostata con l’uva bianca o al brandy, il clafoutis all’uva, un dolce particolare di origine francese.

Ovviamente tra gli stand anche piatti tipici della cucina salentina accompagnati da un bicchiere dell’ottimo vino della zona: Salice Salentino Bianco, Salice Salentino Rosso, Salice Salentino rosato o quello dolce e liquoroso.

Preparazione dei fichi secchi con mandorle, finocchio, scorza di limone.

L’occasione della sagra è anche il momento per gustare due specialità di vino particolarmente pregiate. Il Salice Salentino Centopietre (negroamaro l’85%) dal colore rosso rubino tendente al granato, con sentori di ciliegia matura, fichi secchi e prugne. Il Pizzinichi è un vino ottenuto con 90% di Negroamaro e 10% di Malvasia Nera, dal profumo intenso di ribes nero in confettura, cuoio e note agrumate e speziate.

Anna Maria Ciardo
Anna Maria Ciardo