La Pizzica in Puglia

La musica popolare che riscalda le piazze del Salento

Da un decennio a questa parte si è avuto in tutto il Salento la riscoperta della musica popolare fatta soprattutto di suoni caldi e solari proprio come la gente del luogo.

Tamburelli realizzati a mano per la pizzica

Sempre più spesso d’estate si può assistere a concerti di gruppi folkloristici e a centinaia di persone che si lasciano trascinare dai canti e dai suoni frenetici della pizzica. Le ronde e le serate di pizzica colorano le vacanze di chi arriva in Puglia stregando chiunque. Lo strumento principe di questo ballo è il tamburello leccese suonato in modo particolare e cioè dando il ritmo di base con la percussione e, un caos ordinato con i sonagli. Ad esso si accompagnano:

  • la tamborra, cioè un tamburello sordo senza sonagli che viene molto utilizzato nelle pizzichi tarantate perché origina un suono cupo e profondo che ricorda il rito di guarigione;
  • il violino che è stato introdotto come strumento terapeutico per le tarantate
  • la chitarra che ultimamente è stata utilizzata anche come strumento solista e di cui una forma particolare importata nel Salento è costituita dal Trés;
  • l’organetto che è lo strumento folkloristico per eccellenza
  • le nacchere spagnole hanno anche una versione salentina chiamata tiritacchete;
  • il mandolino e la mandola napoletani;
  • il flauto insieme al tamburello sono gli strumenti più antichi della tradizione popolare salentina che veniva suonato nella sua versione doppi fin dal periodo messapico
  • cupacupa e tricche tracche sono due strumenti che vengono utilizzati per mantenere il ritmo.

La musica folkloristica salentina è fatta soprattutto di danze e di tarante che possono essere suddivise in tre categorie principali di pizzica: la pizzica tarantata , la pizzica de core e la danza delle Spade. In particolare quest’ultimo tipo di pizzica lo si può vedere una sola notte all’anno ed è quella tra il 15 ed il 16 agosto a Torre Paduli. Moltissimi turisti in Salento, anche se la loro casa vacanza si trova a chilometri di distanza, arrivano in questo piccolo centro dell’entroterra per assistere a questo spettacolo unico.

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La Pizzica tarantata del Salento

La pizzica tarantata è un’antica danza terapeutica individuale o collettiva. Nasce dall’altrettanto antico rito di guarigione dei taratati e dal loro pellegrinaggio del 29 giugno presso la Cappella di San Paolo a Galatina.
Secondo la credenza popolare il tarantismo era uno stato di malessere, provocato dal morso di una tarantola e che si manifestava soprattutto nei pomeriggi estivi. Era usanza infatti che i contadini spesso andassero nelle campagne per mietere il grano e quasi sempre poco coperti.

Secondo le credenze popolari il morso di questi insetti generava una sorta di inquietudine e malesseri dai quali si poteva guarire solo grazie al rito con la musica. Un particolare ritmo musicale chiamata appunto “la pizzica” a cui si aggiungevano danze e colori. Si era praticamente di fronte ad una sorte di esorcismo musicale, coreutico e cromatico.

Molto spesso si riteneva che fossero le donne ad essere colpite dal morso della tarantola in quanto vittime di una società patriarcale e alla quale difficilmente riuscivano a ribellarsi. A questo punto nelle loro case o in piazze pubbliche si accompagnavano dei musicisti i quali davano l’avvio alla danza. Utilizzavano tutti gli strumenti che avevano a disposizione (tamburelli, organetti ed altro) per dare vita al ritmo frenetico. Lo scopo era quello di far ballare, sudare e cantare le ragazze fino allo svenimento. Si pensava che la Tarantata, cioè la ragazza morsa, ballasse per ore ed ore fino a consumare anche le energie del ragno.

A questo punto la ragazza si credeva graziata da S. Paolo per essere accompagnata presso la sua cappella a Galatina, dove beveva l’acqua sacra del pozzo ivi adiacente e ripeteva un breve rito.

Il rituale del tarantismo in Salento

Il rituale di esrorcizzazione del tarantismo era molto complesso. Esso mette in evidenza elementi pagani e propri del mondo antico successivamente sincreticamente combinati con il cattolicesimo.

Il rito aveva inizio quando la Tarantata avvertiva i primi segni per lo più di tipo neurovegetativo o psichico e mostrava quindi segni evidenti di malessere. Da qui iniziava una lunga ed esasperata danza che aveva lo scopo di diagnosticare il tipo di taranta che l’avesse morsa: libertina, tempestosa, triste ecc.
Successivamente aveva inizio la cosiddetta fase di “esplorazione cromatica” nella quale, si cercava di attirare l’attenzione della ragazza agitandole fazzoletti colorati.

Nella terza fase definita anche “ciclo coreutica bipartito” (cit. De Martino) c’era un alternarsi di atteggiamenti espiatori e liberatori con pantomime che simulavano ‘identificazione della malata con la taranta. Il rito terminava con un simbolico calpestamento della taranta come simbolo di liberazione. La figura di S. Paolo all’interno del tarantismo è legata alla leggenda che narra che il Santo durante le sue predicazioni in Giudea, riuscì a far scappare tutti i serpenti intorno con il solo segno di croce.
Man mano che il fenomeno del tarantismo e la musica entrarono nel folklore salentino, la pizzica varcherà i confini per essere suonata, cantata e ballata in ogni periodo dell’anno. Alle tarantate si sostituirono ragazze in costume esperte di questo ballo. Tutto ciò è anche successo perché sono venute meno le componenti psicologiche, sociali, culturali ed anche religiose che ne costituivano il suo fondamento.

Il Tarantismo e la pizzica oggi

Nonostante però il tarantismo si sia estinto con il mutare della società, la pizzica ha piano acquisito maggiore autonomia come forma ritmica e musicale ma anche come fenomeno popolare.
Oggi sono tante le grandi e piccole manifestazioni che rievocano il fascino di questa danza. Ne costituiscono alcuni esempi la festa dei Santi Pietro e Paolo il 28-29-30 giugno a Galatina, la festa di S. Rocco il 15-16 agosto a Torrepaduli ed infine la famosissima Notte della Taranta a Melpignano.

Accanto a queste tappe più importanti nel corso dell’estate tanti gruppi meno famosi ma altrettanto bravi si esibiscono in tantissime piazze e fanno ballare turisti di tutto il mondo.

Pizzica-Pizzica o Pizzica de Core

La Pizzica-pizzica o pizzica de Core costituisce l’espressione più tradizionale della danza salentina e le sue origini sono ancora incerte.

Per molti costituisce quasi un rito praticato dalla gente semplice che dopo un duro giorno di lavoro nei campi in occasioni particolari si radunava per cantare e ballare insieme.

Questo tipo di pizzica non è altro che un lungo corteggiamento durante il quale i due ballerini si lanciano sguardi provocatori avvicinandosi l’un l’altro ma non toccandosi mai.

Vi sono solo un timido sfiorarsi e una serie di gesti che evidenziano il desiderio dell’uomo di entrare nelle grazie della donna e quello di lei di essere corteggiata dall’uomo. Nello stesso tempo di sfuggirgli nel momento in cui egli prova ad avvicinarsi. Sicuramente il tutto deriva dalle condizioni sociali e culturali del tempo, quando cioè le distanze tra uomini e donne dovevano essere sempre rispettate.

Un elemento particolare in questo tipo di ballo è il fazzoletto rosso che la donna sventola provocando l’uomo che di volta in volta sceglie come suo compagno di ballo fino a quando non lo dona a colui che è in grado di assecondarla maggiormente. Inoltre non ci sono passi precisi da imparare e seguire perché il tutto è affidato alla sentimento, alla fantasia, alla sensualità e passione dei protagonisti.

La pizzica Danza Scherma

Danza a scherma o delle spade è una danza molto antica e riproposta ogni anno la notte tra il 15 ed il 16 agosto nello spazio antistante il Santuario di S. Rocco a Torrepaduli.

Molto probabilmente deriva da duelli rusticani che si tenevano per difendere l’onore o l’orgoglio fra famiglie rivali o in occasione di fiere e mercati. Non ci sono fonti scritte ma secondo sarebbero stati gli zingari che gestivano i mercati del bestiame ad introdurre il rito della danza scherma.

Il ballo è accompagnato dagli immancabili tamburelli salentini e da armoniche e bocca. I danzatori si sfidano in una specie di duello che in passato prevedeva l’utilizzo di coltelli oggi non più utilizzati. Lo scopo principale della danza è quello di colpire l’avversario, e ogni gesto simula i movimenti tipici della lotta con i coltelli seguendo delle regole di combattimento. Tra queste regole quella di non voltare mai la schiena all’altro, essere sempre vigili e tenere bene le distanze. Il ballo prevede la presenza di due ballerini i quali saranno sostituiti nel corso della serata con altre persone del gruppo.

La danza delle spade è una delle danze popolari più suggestive e suscita tanta emozione a chiunque vi partecipi. Forse è il modo in cui le esibizioni hanno luogo e cioè formando delle piccole ronde all’interno di una calca di spettatori incuriositi. Farsi spazio tra la folla per assistere a questi duelli è un’esperienza unica.

Anna Maria Ciardo
Anna Maria Ciardo